Se fosse una questione di costi, uno studio dimostra che i costi delle vaccinazioni anti-covid superano quelli delle ospedalizzazioni. E in ospedale ci vanno anche i vaccinati.
La salute, l’assistenza sanitaria, l’accesso alle cure, sono diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione e dalle carte e dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo, senza discriminazioni. La cura non va negata nemmeno a chi “se l’è cercata”. Salvare una vita non dovrebbe essere una questione contabile, la vita e la salute non dovrebbero essere beni monetizzabili.
Eppure, non si perde occasione di continuare imperterriti l’opera di stigmatizzazione e discriminazione dei non vaccinati da parte di politici in cerca di evidenza e di una stampa divenuta ormai imbarazzante e isterica.
Colpevoli ad ogni “costo”
Avendo perso qualsiasi credibilità l’argomento della necessità di vaccinarsi per “proteggere le persone più deboli” o per “fermare il contagio” (sono soprattutto i vaccinati a veicolare il virus), la retorica ora batte un’altra strada, quella dei costi sanitari e delle occupazioni di posti letto e di terapia intensiva. Dunque i cd. “No vax” sarebbero quelli che “sono andati a cercarsela”, quindi sarebbe colpa loro se siamo fermi al palo, se i posti negli ospedali sono occupati e ci costano un sacco di soldi.
Si ignora, invece, che, a distanza di due anni da questa atipica pandemia, i governi succedutisi e le regioni hanno fatto ben poco per sostenere il servizio di assistenza medica, le strutture e il personale sanitario, nonché per garantire a tutti cure adeguate. Si cerca, quindi, di scaricare ogni responsabilità dell’attuale situazione su chi ha rifiutato di assumere un medicinale. E la messa all’indice di questa categoria di persone spesso parte proprio da chi è effettivamente responsabile di questo disastro sanitario.
Anche guardando il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si può notare quanto la nostra classe politica abbia a cuore la nostra salute: agli investimenti nella sanità spetta la fetta più piccola, ossia il 9%.
Ma buona parte della nostra stampa trova che sia meglio puntare il dito contro chi non ha fatto il vaccino anti-covid. Non essendo più possibile additarli come untori, li si incolpa di essere un peso per la sanità.
Il ditino di biasimo sui costi di una libera scelta
Dopo l’articolo di Confindustria, Il Sole 24 Ore, che imputava ai “no vax” un costo di 70 milioni al mese per le terapie intensive, ora ci riprova il Quotidiano di Puglia, di proprietà del gruppo Caltagirone. Secondo la testata locale i non vaccinati (anzi, i “no vax”, per usare l’etichetta che tanto va di moda in certi ambienti) costerebbero 260mila euro al giorno agli ospedali pugliesi.
Sia un giornale che l’altro hanno messo i pesi solo su un piatto della bilancia, lasciando solo la tara sull’altro, giungendo entrambi ad un risultato sballato. Ma c’è chi la bilancia la sa usare molto bene. Uno di questi è il Dott. Maurizio Rainisio, il quale, invitato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, il 6 ottobre 2021, ha spiegato che “se fosse una questione monetaria, costa molto più vaccinare che non vaccinare”.
Rainisio è un matematico esperto in metodologia statistica applicata all’epidemiologia e alla ricerca clinica. Analizzando ed elaborando i dati pubblicati dall’ISS, suddivisi per fasce di età della popolazione, tenendo conto dell’efficacia dei vaccini anti-covid, dei fattori di rischio, delle ospedalizzazioni e dei decessi, ha effettuato, tra le altre cose, anche un calcolo costi-benefici in termini strettamente economici, smentendo la conclusione de “Il Sole 24 Ore”.
E’ più costoso vaccinare che non vaccinare
Secondo lo studio, può essere conveniente (sempre ragionando in termini di costi economici) vaccinare gli anziani, in quanto si potrebbe avere una significativa riduzione dei costi di ospedalizzazione per queste fasce di età (a causa della loro maggiore esposizione al rischio di malattia), ma sarebbe non conveniente per le fasce giovani (per i quali il rischio ospedalizzazione è drasticamente più basso).
In particolare, per evitare che un anziano si ammali di Covid, occorre effettuare 80 vaccinazioni.
Per evitare che si ammali un giovane occorre effettuarne 34mila.
In soldoni, per evitare un ricovero in terapia intensiva tra gli anziani occorre spendere 46mila euro per vaccinazioni; per evitarlo nei giovani bisogna spenderne 500mila.
Dunque, se si vuole essere venali e cinici, i vaccinati pesano sul bilancio della sanità pubblica molto più dei non vaccinati. Senza considerare che il vaccino probabilmente riduce, ma sicuramente non elimina, il rischio di finire in ospedale o in terapia intensiva.
Occorre considerare, inoltre, l’effimero beneficio del vaccino, che offrirebbe una protezione solo da rischio relativo (quella da rischio assoluto è inferiore all’1%) per una durata di circa 12 settimane.
Costi e decessi per fumo sono maggiori
Il dott. Rainisio, tra l’altro, ha anche affermato come i costi e i decessi provocati dal fumo sono ben maggiori.
Eppure, al di fuori del divieto di fumo nei locali, pubblici non è stata mai adottata una misura per limitare la libertà di fumare, né si è mai impedito ad un fumatore di fruire pienamente dei suoi diritti e libertà, né mai questa categoria è stata messa all’indice come un fardello del sistema sanitario ed un usurpatore di posti nei vari reparti ospedalieri e nelle terapie intensive.