Washington Post e Wall Street Journal parlano della grave deriva autoritaria italiana. Per Steve Anke: “I fascisti sono tornati”.
Gli antifascisti ufficiali sono così impegnati a smentire le analogie della situazione attuale con il fascismo da non accorgersi delle analogie con il fascismo. Se lo chiedono in tanti all’estero, “perché gli italiani non si ribellano?”.
La grave situazione di segregazione, discriminazione e stigmatizzazione tra possessori e non possessori di tessera verde, tra vaccinati e non vaccinati, la fa notare anche il Wall Street Journal, noto quotidiano economico-finanziario statunitense, in lungo articolo a firma di Eric Sylvers, dal titolo In Italy, No Dolce Vita for the Unvaccinated.
Ciò di cui l’articolo non parla è ciò che sta passando in maniera molto discreta, come, ad esempio, l’emendamento al PNRR, che apre alla completa privatizzazione dell’acqua, in barba alla volontà espressa dagli italiani con il referendum del 2011, e la modifica di due articoli della Costituzione di cui si è avuto notizia solo a fatto compiuto e di cui poco si parla, destando forti perplessità persino tra i costituzionalisti.
L’articolo del WSJ è stato rilanciato su twitter dall’economista Steve Anke, il quale senza mezzi termini ha affermato:
“L’Italia continua a schioccare più forte la frusta fascista. Già esclusi da ristoranti, palestre, mezzi di trasporto locali e altro, gli italiani non vaccinati di età pari o superiore a 50 anni inizieranno a rischiare 100 euro di multa a partire dal 15 febbraio. Sì, i fascisti sono tornati.”
Italy continues to crack the fascist whip harder. Already barred from restaurants, gyms, local transportation, and more, unvaccinated Italians 50 years of age or over will begin facing €100 fines starting Feb. 15. Yes, the Fascists are back.https://t.co/Y0153TPpES
— Steve Hanke (@steve_hanke) January 31, 2022
Affermazioni forti, che esprimono tutta la preoccupazione, ma anche lo sdegno, dovuto alla piega sempre più autoritaria che l’Italia sta prendendo, accettata dalla maggior parte degli italiani, compresi quelli che da sempre si sono erti a paladini dei diritti fondamentali dell’uomo e che si mostrano indifferenti o addirittura compiaciuti della persecuzione e del clima di caccia alle streghe attualmente in atto.
Ma forse dall’interno non si ha una prospettiva sufficientemente lucida per riuscire a guardarsi allo specchio, oppure si è troppo presi da un’isteria di massa legata al Covid, che si preferisce guardare dall’altra parte oppure si accetta di portare all’altare l’agnello sacrificale, pur di “tornare alla normalità”.
Dall’esterno fose la visione è più lucida.
Non era sfuggito già ad ottobre ad un altro giornale statunitense, il Washinghton Post, che in un articolo dal titolo Italy begins enforcing one of the world’s strictest workplace vaccine mandates, risking blowback, a firma di Chico Harlan e Stefano Pitrelli, allude ad un esperimento politico-sociale in atto in Italia al fine di verificare il livello di “controllo” (inteso come condizionamento dei comportamenti quotidiani dei cittadini) che la società, divisa in diversi livelli di libertà, è disposta ad accettare da parte del potere pubblico.