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L’area marina protetta di Porto Cesareo con più di 16.500 ettari di superficie è la terza per estensione in Italia. I 32 km di costa della riserva ricadono nei comuni salentini di Porto Cesareo e Nardò. Il paesaggio è limitato a nord da Punta prosciutto e a sud da Torre Inserraglio. Tra esse ci sono cale di sabbia e tratti di bassa scogliera su cui affiorano acque di falda freatica e bacini retrodunali.
L’area marina in questione, a seconda del regime di protezione, è differenziata in tre zone: quella della riserva integrale ( zona A), della riserva generale ( zona B) e della riserva parziale (zona C) .
A questo proposito si può entrare nel dettaglio dell’art 4 del regolamento del 12 dicembre 1997 pubblicato sulla G.U. n. 45 del 24 febbraio 1998 che istituisce la suddetta area.
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Nella Zona A , sono vietati:
“l’asportazione anche parziale ed il danneggiamento delle formazioni geologiche e minerali; la navigazione, l’accesso e la sosta con navi e natanti di qualsiasi genere e tipo, escluse le imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso e quelle d’appoggio ai programmi di ricerca scientifica nei modi esplicitamente autorizzati dall’Ente di gestione della riserva; la pesca sia professionale che sportiva con qualunque mezzo esercitata; la caccia, la cattura, la raccolta, il danneggiamento e, in genere, qualunque attività che possa costituire pericolo e turbamento delle specie animali e vegetali, ivi compresa l’immissione di specie estranee; l’alterazione con qualunque mezzo, diretta o indiretta, dell’ambiente geofisico e delle caratteristiche biochimiche dell’acqua, nonché la discarica di rifiuti solidi e liquidi e, in genere, l’immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell’ambiente marino; l’introduzione di armi, esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura nonché sostanze tossiche o inquinanti; le attività che possono comunque arrecare danno, intralcio o turbativa alla realizzazione dei programmi di studio e di ricerca scientifica da attuarsi nell’area.
La navigazione nella fascia di mare prospiciente la suddetta area, per una larghezza di circa 1.000 metri a partire dal confine dell’area protetta, dovrà essere effettuata ad una velocità massima di dieci nodi”.
Nella zona B sono consentiti:
“l’accesso e la navigazione purché effettuati a velocità non superiore ai 10 nodi; la navigazione alle imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso, a quelle d’appoggio ai programmi di ricerca scientifica, nonché a quelle per la fruizione, nei modi esplicitamente autorizzati dall’Ente gestore della riserva; l’accesso a motore alle imbarcazioni per l’esercizio della pesca professionale ai pescatori espressamente autorizzati dall’Ente gestore dell’area marina protetta con i mezzi selettivi autorizzati dal medesimo Ente; la balneazione; le attività subacquee compatibili con la tutela delle specie viventi e la conservazione dei fondali (fotografia, riprese, turismo subacqueo, ecc.); il prelievo di organismi e minerali per motivi di studio, esplicitamente autorizzato dall’Ente gestore; l’attività di pesca sportiva con canna e senza mulinello o con lenza da fermo”.
In quest’area sono vietati:
“l’ancoraggio; la pesca subacquea; la caccia, la cattura, la raccolta, il danneggiamento e, in genere, qualunque attività che possa costituire pericolo o turbamento delle specie animali e vegetali, ivi compresa l’immissione di specie estranee; l’alterazione con qualunque mezzo, diretta o indiretta, dell’ambiente geofisico e delle caratteristiche biochimiche dell’acqua, nonché la discarica di rifiuti solidi e liquidi e, in genere, l’immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell’ambiente marino; l’introduzione di armi, esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura nonché di sostanze tossiche o inquinanti; le attività che possano comunque arrecare danno, intralcio o turbativa alla realizzazione dei programmi di studio e di ricerca scientifica da attuarsi nell’area”.
Nella Zona C di riserva parziale sono consentiti:
“l’accesso e transito ad imbarcazioni dotate o meno di motore purché osservino una velocità non superiore a dieci nodi per raggiungere le zone di ormeggio regolamentato; l’accesso alle imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso ed a quelle d’appoggio ai programmi di ricerca scientifica e di fruizione nei modi esplicitamente autorizzati dall’Ente gestore della riserva; l’esercizio della pesca professionale con i mezzi selettivi autorizzati dall’ente gestore dell’area marina protetta; l’ormeggio alle strutture galleggianti ed a quelle fisse a terra appositamente predisposte dell’Ente gestore, con particolare riferimento all’area compresa tra la Penisola della Strega e la terra ferma; la balneazione; le attività subacquee compatibili con la tutela delle specie viventi e la conservazione dei fondali (fotografia, riprese, turismo subacque, ecc.); il prelievo di organismi e minerali per motivi di studio, esplicitamente autorizzato dall’Ente gestore; la pesca sportiva con sole lenze e canne da fermo anche effettuata da riva”.
In quest’area sono vietati:
“l’ancoraggio; l’ormeggio non regolamentato; la pesca subacquea; la caccia, la cattura, la raccolta, il danneggiamento e, in genere, qualunque attività che possa costituire pericolo o turbamento delle specie animali e vegetali, ivi compresa l’immissione di specie estranee; l’alterazione con qualunque mezzo, diretta o indiretta, dell’ambiente geofisico e delle caratteristiche biochimiche dell’acqua, nonché la discarica di rifiuti solidi e liquidi e, in genere, l’immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell’ambiente marino; l’introduzione di armi, esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura nonché di sostanze tossiche o inquinanti; le attività che possano comunque arrecare danno, intralcio o turbativa alla realizzazione dei programmi di studio e di ricerca scientifica da attuarsi nell’area”.
In virtù di tali regole, il rispetto di questi luoghi è, quindi, un obbligo fondamentale che si integra anche alle attività di preparazione alla dura stagione estiva. Si allestiscono le stanze per i visitatori, si sostituisce qualche materasso, qualche vecchio sanitario, si curano e si ripuliscono i giardini, si demolisce e si ricostruisce con attenzione e tanta premura. Nel Salento, può capitare che in pieno agosto un buon residente ti lasci gentilmente un parcheggio vicino alla soglia della sua casa di mare.
Ogni stagione assistiamo a queste attività di normale e tranquilla routine. Ci sono molte residenze, che con grande senso civico, si distinguono per “differenziare” scarti e materiale di risulta. Esse s’impegnano a difendere e promuovere il loro territorio. Il residente sa benissimo che se il turista resta soddisfatto della terra che lo ospita, ringrazia e ci ritorna volentieri.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress.it