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Fino a 40 metri di profondità c’è sabbia e acqua
Una delle questioni sollevate dalla delegazione, riguarda l’idoneità del sito ad ospitare questo tipo di infrastruttura.
Un tecnico, ingegnere TAP interrogato dalla Senatrice Donno, avrebbe confermato che la società ha condotto dei sondaggi fino a 40 metri di profondità, senza trovare roccia, ma “composizione geologica varia”.
Circostanza, questa, più volte rimarcata dal Comitato No TAP e in particolare dall’ingegnere Alessandro Manuelli, componente della Commissione tecnica comunale di studio del progetto TAP.
In particolare Manuelli ha sempre sostenuto che quel terreno, composto sostanzialmente da sabbia e acqua, non è in grado di ospitare un’infrastruttura come un gasdotto, col rischio che la stessa arrivi a galleggiare o a sprofondare per effetto dell’acqua. Di qui il pericolo di una rottura e conseguente fuoriuscita di gas.
Perdita di valore immobiliare per milioni di euro: “Temiamo la nascita di un nuovo Quartiere Tamburi”
Un attivista, S.S., afferma che nel 2017 si è registrato nel territorio di Melendugno un crollo dei prezzi degli immobili ad uso abitativo o commerciale del 9%, che si concretizzerebbero in perdite di valore da decine di milioni di euro, segno questo che sono sempre meno le persone disposte a comprare una casa o un locale in questa zona. Si teme che questa porzione di territorio possa diventare un nuovo “rione Tamburi” (quello più esposto alle emissioni dell’Ilva di Taranto). L’attivista aggiunge, poi, che anche il settore olivicolo è in perdita.
Donno: “Perpetrato uno scempio a quello che era il presidio No TAP”
La Senatrice Donno, con una diretta facebook, ha ripreso anche quello che era l’ultimo presidio No TAP, allestito su un terreno privato (con l’autorizzazione del proprietario), con una tenda militare donata loro, all’interno della quale ci sono tuttora letti, indumenti, scarpe, lenzuola sedie, tavoli, alimentari, ecc…
Con un’operazione di polizia gli occupanti a novembre furono cacciati e gli oggetti rimasero lì e non è stato possibile recuperarli. Seguì poi la famigerata ordinanza prefettizia che ha consegnato l’area nelle mani delle forze dell’ordine.
Quello che documenta la Donno con il video è una dimora semidistrutta, con oggetti e mobili rovesciati, molti dei quali danneggiati, e spazzatura sparsa per terra. La Senatrice lo definisce uno scempio, ricordando – essendoci stata pochi giorni prima dello sgombero – che le persone che frequentavano il presidio erano molto pulite e ordinate e facevano la raccolta differenziata dei rifiuti. Si chiede, quindi, “che gusto c’era a sfasciare tutto?”, chiunque sia stato. Di certo non sembra essere stata opera degli attivisti, dal momento che dal giorno dello sgombero non hanno più avuto la possibilità di tornarci.
E intanto la mobilitazione popolare non si ferma. Domani insieme alla serrata dei commercianti, cui hanno aderito diverse centinaia di attività, anche da fuori dei territori direttamente interessati dal passaggio del gasdotto, si terrà una manifestazione No TAP per le strade di Melendugno, San Foca e Lecce. Venerdì 8 maggio, inoltre, è prevista una nuova manifestazione per le strade del capoluogo salentino.
Articolo pubblicato in origine su TagPress