Ieri una manifestazione a Sulmona per dire no al gasdotto SNAM e al gasdotto TAP, segmenti di un unico grande progetto. Diecimila persone da tutta Italia, presente una folto gruppo salentino. In Abruzzo il tracciato attraversa zone altamente sismiche.
Il progetto TAP non è un affare locale, così come non lo è il movimento di protesta che dice no al gasdotto, lo stesso “no” che viene espresso in altre parti d’Italia per quel progetto che rappresenta una continuazione rispetto a TAP e che si chiama SNAM Rete Adriatica.
In alcuni ambienti continua a parlarsi, a proposito di queste iniziative di protesta, di sindrome “ninby” (“non nel mio giardino”), affermando che l’obiettivo dei No TAP in Salento sia quello di spostare l’approdo più a nord, da qualche altra parte, magari a Brindisi, dove ci sarebbe già un polo industriale e un territorio già compromesso.
E’ vero che ci sono oppositori che si accontenterebbero di salvare San Foca, anche a costo di sacrificare un altro territorio, come se Brindisi fosse la vittima sacrificale designata dove poter destinare qualsiasi infrastruttura che non goda di molta popolarità. E’ pur vero, però, che in tante occasioni la posizione espressa dal movimento No TAP è stata quella di un categorico No al gasdotto, ovunque.
Tanto che la causa No TAP è sostenuta anche dal gruppo No al Carbone di Brindisi e da movimenti di opposizione al gasdotto SNAM Rete Adriatica, uniti in una lotta comune sulla politica energetica italiana.
L’avversione a questi progetti non è solo di natura ambientale, sanitaria, economica, ma abbraccia anche la questione dei diritti violati in Azerbaijan (e non solo), Paese dal quale parte il Corridoio Sud del gas, di cui TAP rappresenta solo un segmento. In questi anni il movimento di protesta ha assunto connotati internazionali, tessendo una tela di contatti e condivisione di esperienze e informazioni con i comitati di opposizione in Grecia e con associazioni a tutela dei diritti umani (tra cui Re:Common).
Ieri un gruppo di attivisti No TAP ha preso parte alla manifestazione a Sulmona contro il gasdotto SNAM Rete Adriatica, a cui sono accorse circa 10mila persone, tra cui Sindaci e rappresentati locali e appartenenti a circa 400 associazioni e organizzazioni provenienti da tutta Italia.
Commenta così in una nota il Movimento No TAP:
“A Sulmona è stato bellissimo.
Abbiamo imparato molto, abbiamo visto un popolo unito, proveniente da ogni angolo d’Italia, in difesa della sua terra.
Abbiamo visto volti e persone eterogenee, dal Vescovo che invita la gente a partecipare alla manifestazione, a piu’ di 50 sindaci del territorio, insieme a circa 10000 persone, cittadini, e a più di 400 associazioni e realta’ di tutta Italia.Vogliono farci credere che i gasdotti sono differenti: dividono il progetto in Scp, Tanap, Tap e Snam, ma sappiamo benissimo che parlano dello stesso tubo che dovrebbe portare devastazione, imposizione e cemento. Vogliono dividere i popoli in lotta, ma siamo coscienti di dover parlare la stessa lingua, sappiamo che lottiamo per un unico obiettivo!
L’accoglienza che ci è stata data dalla popolazione di Sulmona è stata straordinaria, per questo ringraziamo tutti, dando appuntamento nei prossimi mesi a Melendugno, per ribadire ancora che questa lotta la vinceremo!
Grideremo sempre piu’ forte “DAL SALENTO A SULMONA UN SOLO TUBO UN SOLO GRIDO: NO AL GASDOTTO!””
Cos’è SNAM Rete Adriatica?
Conosciuto anche come Metanodotto Rete Adriatica, questo progetto di competenza della società statale SNAM, servirà a trasportare il gas naturale, dalla Puglia all’Emilia Romagna, attraversando Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, compresi i territori con rischio sismico massimo, come quelli adiacenti all’Appennino centrale, la Valle Peligna (Sulmona).
Alcune delle località interessate dal passaggio di questa infrastruttura sono tra quelle duramente colpite dai devastanti terremoti del centro Italia avvenuti tra il 2016 e il 2017.
In particolare a Sulmona, a Casa Pente, poco distante dal cimitero, è prevista la costruzione di una mega di centrale di compressione e spinta. Insieme al tratto di gasdotto Sulmona-Foligno, è considerata molto pericolosa dagli oppositori per via delle caratteristiche sismiche e territoriali del sito designato, oltre che per le preoccupazioni di natura ambientale e sanitaria. E’ sorto quindi un duro braccio di ferro tra Governo, che la ritene utile e indispensabile, e popolazioni locali, di diverso avviso.