Il Consigliere regionale del M5S torna sull’annosa questione delle Terme di Santa Cesarea e propone l’istituzione di un tavolo tecnico per fare chiarezza sul destino del centro termale.
‘Sulla vendita delle terme di Santa Cesarea è facile profetizzare che anche questa seconda asta andrà deserta come la prima. La mancanza di pianificazione della Regione Puglia e il totale immobilismo dell’assessorato allo sviluppo economico, dovuto ai continui cambi di poltrone voluti dal presidente Emiliano, stanno causando l’assoluta incertezza sul futuro di un centro fondamentale per lo sviluppo dell’intero territorio. Per questo dopo aver già presentato un’interrogazione all’allora assessore Capone, adesso chiedo all’assessore Borraccino l’istituzione di un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati per fare finalmente chiarezza sul destino del centro’.
Così il capogruppo del M5S Cristian Casili dopo la pubblicazione del secondo bando di asta per la dismissione del 50,4% delle quote della società “Terme S.p.a” detenute dalla Regione Puglia, in cui si è passati dal costo di 17.040.375 di euro a 15 milioni e 300mila euro.
‘Credo sia improbabile trovare un compratore con un ribasso di 2 milioni di euro – spiega il pentastellato – e d’altro canto non è possibile svendere uno dei beni più prestigiosi della nostra regione e del Salento. Basti pensare che il precedente Governo Vendola valutò il complesso termale in 34 milioni di euro, mentre oggi la Regione è costretta a rimettere in vendita le sue quote partendo da una base d’asta nettamente inferiore. A poco sono serviti lo sterile braccio di ferro con il Comune – prosegue Casili – e l’idea di Emiliano di mantenere pubblica la struttura, privatizzando la gestione con un bando internazionale per un affidamento ai privati. Inoltre è difficile pensare che un compratore acquisti un pacchetto con un socio, in questo caso il Comune, che ha il 49% delle azioni. Il sindaco Bleve dal canto suo dovrebbe essere chiaro una volta per tutte: afferma l’intenzione di acquisire il pacchetto di maggioranza di Terme spa, esercitando il diritto di prelazione previsto dallo statuto, ma ancora non conosciamo un minimo di programmazione da cui si evinca il rilancio del centro termale. Soprattutto – continua – ancora non sappiamo, pur avendolo richiesto più volte, dove pensi di trovare le risorse economiche per un’operazione così pesante, considerate le esigue risorse dell’ente, senza mandare il Comune in fallimento e cosa intenda fare il Comune in caso di acquisto delle quote da parte di privati. Non si può continuare a navigare a vista sulle Terme – conclude Casili – occorrono risposte immediate e ci batteremo per avere al più presto risposte da parte dell’assessorato allo sviluppo economico’.