Per il prof. Giorgio Agamben “situazione peggiore dei cittadini dell’Unione Sovietica sotto Stalin. Vaccino mezzo per costringere ad avere il green pass”.
Anche il Professor Giorgio Agamben, filosofo con laurea in giurisprudenza, è stato ascoltato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato il 6 ottobre scorso, in vista della discussione sulla conversione del decreto legge n. 127, quello del green pass “totalitario”.
Il docente, usa parole e concetti decisamente forti e si rivolge direttamente ai Parlamentari, invitandoli a riflettere su due punti.
“Il primo è l’evidente, e sottolineo la parole “evidente”, contraddittorietà del decreto in questione. Voi sapete -afferma Agamben- che il governo, con un apposito decreto legge, il numero 44 del 2021, detto “scudo penale”, ora convertito in legge, si è esentato da ogni responsabilità per i danni prodotti dal vaccino, e quanto gravi possono essere questi danni risulta dal fatto che l’articolo 3 del decreto in questione menziona esplicitamente gli articoli 589 e 590 del codice penale, che si riferiscono all’omicidio colposo e alle lesioni colpose.”
“Come autorevoli giuristi hanno notato -spiega- penso significa che lo Stato non si sente di assumere la responsabilità per un vaccino che non ha terminato la sua fase di sperimentazione e tuttavia allo stesso tempo cerca di costringere con ogni mezzo i cittadini a vaccinarsi escludendoli altrimenti dalla vita sociale e ora con il nuovo decreto che siete chiamati a votare privandoli persino dalla possibilità di lavorare”.
E chiede:
“E’ possibile immaginare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme? Come può lo Stato accusare di irresponsabilità chi sceglie di non vaccinarsi quando è lo stesso Stato che per primo declina formalmente ogni responsabilità in merito alle possibili gravi conseguenze?”
“Ecco -conclude sul punto- vorrei che i parlamentari riflettessero su questa contraddizione che a mio avviso configura una vera e propria mostruosità giuridica”.
“Vaccino sia un mezzo per costringere la gente ad avere un green pass”
Il secondo punto su cui si sofferma il docente riguarda “non il problema medico del vaccino ma quello politico del green pass, che non deve essere confuso con il primo.”
“Abbiamo fatto tantissimi vaccini -prosegue- senza che questo ci obbligasse a esibire un certificato. E’ stato detto da scienziati da medici che il green pass non ha in sé alcun significato medico ma serve a obbligare la gente a vaccinarsi.”
“Io credo invece -afferma- che si possa e si debba dire il contrario e cioè che il vaccino sia un mezzo per costringere la gente ad avere un green pass cioè un dispositivo che permette di controllare e tracciare il misura che non ha precedenti”.
Situazione peggiore dei cittadini dell’Unione Sovietica di Stalin
“I politologi -continua- sanno da tempo che le nostre società sono passate dal modello ad un tempo si chiamava “società di disciplina” al modello delle “società di controllo”, società fondate su un controllo digitale virtualmente illimitato dei comportamenti individuali che divengono così quantificabili in un algoritmo. Ci stiamo ormai abituando a questi dispositivi di controllo, ma vi chiedo fino a che punto siamo disposti ad accettare che questo controllo si spinga? E’ possibile che cittadini di una società che si pretende democratica si trova in una situazione peggiore dei cittadini dell’Unione Sovietica sotto Stalin?
“Voi sapete forse che anche cittadini sovietici -spiega- erano obbligati a esibire un lasciapassare per ogni spostamento da un paese all’altro, ma noi siamo obbligati a seguire un green pass anche per andare al ristorante, in un museo, al cinema e ora, cosa ancora più grave, anche ogni volta che si va a lavorare.”
Cittadini di seconda classe, per la prima volta dopo le leggi fasciste
“Inoltre come è possibile accettare che per la prima volta, nella storia d’Italia, dopo le leggi fasciste del 1938 sui non ariani, si creino dei cittadini di seconda classe, che dal punto di vista strettamente giuridico (ovviamente i due fenomeni non hanno nulla a che fare, parlo solo di analogia giuridica), subiscono restrizioni identiche a quelle che subivano i non ariani, che concernevano soprattutto la possibilità di lavorare, ma i non ariani potevano circolare, potevano andare al ristorante.”
La trasformazione istituzionale senza modificare la Costituzione: come con il fascimo
Il prof. Giorgio Agamben parla poi della modifica sostanziale dell’assetto istituzionale in corso, con l’accentramento di poteri verso l’esecutivo, in chiave autoritaria e tecnocratica, che passa attraverso l’emergenza scavalcando la Costituzione.
“Tutto fa pensare -osserva- che i decreti legge che si susseguono l’uno dopo l’altro, quasi emanassero da una sola persona, vadano inquadrati in un processo di trasformazione delle istituzioni e dei paradigmi di governo in cui la società in cui ci troviamo. Trasformazione che tanto più insidiosa perché come era avvenuto per il fascismo avvengono senza che ci sia una cambiamento del testo della Costituzione, ma avvengono surrettiziamente.”
“Il modello che viene così eroso e cancellato -prosegue- è quello delle democrazie parlamentari, con i loro diritti e garanzie costituzionali, e al suo posto subentra un paradigma di governo in cui, in nome della biosicurezza e del controllo, le libertà individuali sono destinate a subire delle limitazioni crescenti”.
“La concentrazione esclusiva dell’attenzione sui contagi e sulla salute mi pare impedisca infatti di percepire che questa grande trasformazione che si sta compiendo nella sfera politica, quale sia il significato di questa grande trasformazione, e impedisce di rendersi conto del fatto che, come gli stessi governi del resto non si stancano di ricordarci, la sicurezza e l’emergenza non sono fenomeni transitori ma costituiscono la nuova forma di governamentalità”.
“Credo che in questa prospettiva -conclude il docente- sia più che mai urgente che parlamentari considerano con estrema attenzione la trasformazione politica in corso che non si soffermino solo sulla salute, che alla lunga, del resto, è destinata a svuotare il Parlamento dei suoi poteri riducendolo, come sta ora avvenendo, ad approvare semplicemente in nome della biosicurezza dei decreti che emanano da organizzazioni e persone che col Parlamento hanno ben poco.”
L’intervento del Prof. Giorgio Agamben è contenuto nel seguente video: