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Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia, parla di aspetti preoccupanti legati alla mafia. “Vogliamo colmare mancanza d’attenzione che c’è stata negli anni precedenti”.
Quasi in contemporanea all’incontro tenutosi all’Università di Lecce con il Procuratore antimafia Nino Di Matteo, Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, era nella città barocca, in un vertice in Prefettura, proprio per parlare di mafia.
Diversa la natura e l’obiettivo dei due rispetti interventi, ma in parte coincidenti i messaggi lanciati da entrambi.
Nino Di Matteo è stato invitato dall’Università per parlare, per mettere divulgare le conoscenze acquisite relativamente al fenomeno della mafia e in particolare sulla mafia dei colletti bianchi.
Rosì Bindi è nel Salento per acquisire documentazione sulle mafie, sulle organizzazioni criminali presenti sul territorio e per conferire con i rappresentanti delle istituzioni.
La Presidente ricorda che la nostra regione “è stata poco indagata dalla Commissione parlamentare”. “Vogliamo colmare questa mancanza d’attenzione che c’è stata negli anni precedenti, perché la Puglia – ha dichiarato – dal punto di vista delle mafie presenta degli aspetti preoccupanti, e sicuramente molto interessanti”.
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“Il Presidente Emiliano – ha aggiunto – ci ha fatto una fotografia di tutte le realtà pugliese con un’attenzione a questo distretto sia dal punto di vista della criminalità che dei rapporti tra la criminalità e la politica. Ma noi siamo qui per ascoltare i prefetti e i procuratori. Sappiamo che una parte della Puglia è stata sottoposta ad attenzione rispetto ad altre; molto di più non sono mancate le inchieste da parte della magistratura e molti criminali sono stati assicurati alla giustizia”.
Anche Rosy Bindi sottolinea come accanto alla “presenza molto pericolosa che ha le caratteristiche del metodo mafioso tradizionale, droga, estorsioni, incendi, minacce”, ci sono anche dei “rapporti molto preoccupanti con la politica, che sono di particolare interesse per la nostra Commissione”.
La Bindi critica un certo atteggiamento negazionista, che produrrebbe il risultato di mantenere lo status quo, non quello di combattere efficacemente la mafia.
“Noi abbiano negato per molto tempo – ha spiegato – l’esistenza della mafia e forse continuiamo a farlo. Si riempiono pagine di giornali per dire che non esiste la mafia a Roma o non c’è ancora in Lombardia. La mafia esiste in Puglia, come in Campania, in Calabria come in tutto il mondo e se è mafia è chiaro il rapporto con la politica”. “E’ chiaro – ha affermato – che combattere la mafia significa recidere questi rapporti, altrimenti non si persegue la mafia”.
La recisione dei rapporti tra mafia e politica è un punto su cui ha insistito anche Nino Di Matteo nell’intervento presso l’Università di Lecce, rapporti che sono vitali per la sopravvivenza della criminalità di tipo mafioso.
La Commissione – lascia intendere la Presidente – starebbe tenendo sotto ossservazione anche l’opera di gasdotto Tap, dopo l’audizione di Emiliano che paventava un possibile interesse della mafia nella realizzazione di quest’opera proprio a Melendugno, proponendo come rimedio lo spostamento dell’approdo – anche per decreto legge – da San Foca a Brindisi.
“La mafia di questa terra – ha proseguito – non ha le caratteristiche della mafia imprenditrice che ha in altre parti del Paese, tuttavia è chiaro che nel momento in cui c’è un’opera pubblica così importante l’attenzione delle mafie non mancherà, ce lo dicono esposti e inchieste dice Expo, ce lo dice il Mose e ce lo dicono tutte le opere pubbliche: laddove c’è denaro le mafie arrivano. Ma abbiamo imparato a difenderci. Ma al di là delle scelte che spettano a questa Regione su Tap, L’Expo ci ha detto che se siamo vigilanti riusciamo a impedire la loro penetrazione”.
Ultimo appuntamento di questa missione previsto per domani 24 febbraio, con l’acquisizione di ulteriore documentazione e una serie di appuntamenti con rappresentati dei Tribunali di Lecce, Brindisi e Taranto.
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