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Le giovani salentine si trovavano ad Ankara per partecipare ad un progetto formativo internazionale. Sono riuscite a mettersi in salvo. Sale a 37 intanto il bilancio delle vittime.
Tre giovani studentesse delle province di Lecce e Brindisi si sono trovate poco distanti dal punto in cui sono avvenuti gli attenti di ieri ad Ankara, la capitale della Turchia.
Si tratta di Alessia Re di 19 anni di Oria, Federica Nestola di 19 anni e Stefania Ramundo di 22 anni, queste ultime di Copertino. Si trovavano ad Ankara per partecipare al progetto internazionale “Youth give hand to Syrian immigrant children” , un progetto di formazione per giovani educatori che vogliono cimentarsi nell’aiuto di bambini immigrati, rifugiati e richiedenti asilo.
Tra Turchia e Italia c’è un canale di scambi culturali e formativi che va avanti da anni. Ankara e Istanbul, in particolare, hanno offerto e offrono molto sotto questo punto di vista, costituendo un punto di riferimento a livello internazionale.
Tutto questo, da qualche tempo in qua, sta diventando però un’attività a rischio a causa di una nuova ondata di terrorismo che sta prendendo di mira le due principali città turche. E quelle che erano mete turistiche, di studio, di ricerca, sono diventate zone calde del mondo.
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Hanno rischiato le tre ragazze salentine, che per loro fortuna non hanno subito conseguenze, se non tanta paura e ore di concitazione. Sono riuscite raggiungere l’albergo che le ospitava e si sono messe in salvo. Nelle giornata odierna hanno preso l’aereo e hanno fatto rientro in Italia.
Una delle copertinesi, Federica Nestola, su facebook ha voluto condividere un suo pensiero:
“Non voglio dover ricordare quest’esperienza per quello che è successo ieri. La Turchia, Ankara, mi hanno dato tanto. In queste due settimane ho visto solo tanta bontà e neanche un briciolo di cattiveria. Ho avuto modo di conoscere questa terra e queste persone, ormai stanche di assistere a teatri del genere”.
Nell’ultimo aggiornamento le vittime dell’attentato sono purtroppo salite a 37, con oltre 125 feriti. Una quindicina di loro verserebbe in gravi condizioni.
Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione, avvenuta nel pieno centro di Ankara, vicino alla fermata di un autobus, sarebbe stata causata da un’autobomba installata su una BMW bianca. La polizia turca avrebbe fermato una decina di persone, tra cui 3 impiegati presso una concessionaria di automobili, da cui sarebbe stata sottrata l’auto utilizzata per l’attentato.
Secondo l’intelligence turca l’attentato sarebbe da ricollegare all’azione del Pkk, il partito per l’indipendenza del Kurdistan. E’ questa la pista che viene seguita. Ma è da escludere la responsabilità dell’Isis. Troppo presto, però, per affermare quale sia l’organizzazione responsabile di questi attentati.