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Il Ministero decide per la ripubblicazione e la riapertura dei termini del progetto che dovrebbe collegare TAP alla rete Snam. TAP domani avvia nuova campagna di sondaggi a mare.
Se TAP dovrà fare i conti con l’autorizzazione scaduta, di certo il progetto il progetto di interconnessione TAP-Snam non è partita col piede giusto.
Questo progetto dovrebbe collegare il terminale di ricezione TAP (Melendugno), alla rete nazionale Snam, vicino a Brindisi, percorrendo circa 56 chilometri, attraversando il territorio di 8 Comuni tra le province di Lecce e Brindisi.
La Commissione Tecnica di VIA, presso il Ministero dell’Ambiente, lo scorso 2 maggio aveva chiesto a Snam Rete Gas, titolare del progetto, di presentare delle integrazioni documentali e dei chiarimenti nel termine di 30 giorni. E’ stato quindi riaperto il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La società ha risposto, inviando nuova documentazione, e la Commissione, esaminato il carteggio, ha ravvisato delle variazioni sostanziali.
Il progetto è stato quindi ripubblicato. Questo significa che riparte da zero. Gli enti locali e le altre pubbliche amministrazioni, così come le associazioni portatrici di interessi diffusi, avranno 60 giorni di tempo per presentare osservazioni e documenti. Il termine scadrà il 9 agosto.
Il progetto dovrebbe essere realizzato e reso operativo entro il 2020, anno in cui il gasdotto TAP ha previsto la sua entrata in servizio. Senza il progetto di interconnessione Snam-TAP, il gas di TAP non potrebbe essere distribuito, sempre ammesso che il gasdotto TAP verrà realizzato, considerato che l‘autorizzazione unica del progetto TAP sarebbe scaduta lo scorso 16 maggio.
Il progetto di interconnessione Snam-TAP è stato oggetto di polemiche e di controversie fin da subito. Si è scoperto che il tracciato sarebbe passato per gli uliveti del nord Salento, proprio laddove erano stati individuati dei focolai. Per questo furono avanzati dei sospetti.
Sembra inoltre che la condotta, secondo il progetto, avrebbe dovuto attraversare una scuola a Merine (Lizzanello). Si sarebbe trattato di una svista probabilmente. L’Ufficio tecnico di Lizzanello aveva quindi presentato delle osservazioni in merito.
Un altro aspetto l’attraversamento del Parco di Rauccio, nel territorio di Lecce. Tuttavia il Comune non ritenne di presentare osservazioni. Su questa inerzia del Comune di Lecce il Comitato No TAP ha commentato ironicamente in questo modo:
“Probabilmente la giunta Perrone ritiene che un gasdotto da 56″, con strutture connesse, si sposi con l’immagine di degrado a cui ultimamente la città è accostata”.
Ha poi aggiunto:
“Ricordiamo le numerose criticità nel brindisino, con l’interessamento dell’area archeologica di Valesio, attraversamento di corsi d’acqua, e aree protette”.
Intanto domani TAP inizierà, per mezzo di due battelli (assistiti da una terza imbarcazione con funzioni di supporto), una nuova campagna di indagini geofisiche, geotecniche ed ambientali in mare, nell’area di sbocco a mare del microtunnel (a circa 800 metri dalla costa) e sui fondali interessati dal tracciato del gasdotto sottomarino (fino a circa 15 km dalla costa).
L’attività dovrà concludersi entro il 30 giugno e sarà finalizzata alla raccolta di dati necessari ad ottemperare ad alcune prescrizioni. Durante questo periodo andranno osservate delle norme di navigazione stabilite dall’Ufficio circondariale marittimo di Otranto.
Articolo pubblicato in origine su TagPress