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“Ma come fanno a mancare i treni la domenica per destinazioni turistiche come Gallipoli?” I treni FSE si rivelano più puntuali della politica.
I servizi delle Ferrovie Sud Est (FSE), si sa, non brillano certo per puntualità. Ma certamente sono meno in ritardo della politica.
Dopo anni, decenni di disservizi e manchevolezze, caratterizzate da un servizio monco, esclusivamente diurno e attivo solo durante i giorni feriali, con un numero di corse limitato e inadeguato, certamente insufficiente a coprire il territorio, la politica se ne sta accorgendo solo ora, se si fa eccezione per poche voci isolate, rimaste comunque inascoltate.
L’ultima a cadere delle nuvole, in ordine cronologico, è stata Loredana Capone, Consigliere regionale del PD, originaria di Lecce. La Capone si è accorta che la domenica non ci sono treni per le destinazioni turistiche come Gallipoli. Ecco il suo post su facebook:
Ma come fanno a mancare i treni la domenica per destinazioni turistiche come gallipoli?
Non si può’…c’è una parte di Puglia che, potendo contare solo su sud est, la domenica resta proprio tagliata fuori dal servizio ferroviario ..
Quante cose da fare!
Ma combattendo su ogni cosa ce la faremo !!
Meglio tardi che mai. Le reazioni del web sono state di diverso tenore. C’è chi la accusa di ipocrisia, c’è chi invece apprezza il suo impegno.
Certamente il fatto che ne parli contribuirà a scalfire l’inerzia insopportabile di tutti questi anni, in cui alcuni esponenti politici di spicco a livello regionale, alla domanda sul trasporto pubblico rispondevano “a me piace la bicicletta”, oppure “bisogna favorire il cicloturismo”.
Certamente condivisibile l’idea di favorire in tutti i modi lo spostamento in bici, ma non può essere una soluzione alle esigenze che solo il servizio di trasporto pubblico può soddisfare. La sufficienza, talvolta accompagnata dal sarcasmo, con cui è stato affrontato il tema, si spera che almeno resti confinata agli anni precedenti al 2015.
Tuttavia, nel discorso politico, il trasporto pubblico continua ad essere associato al turismo. Si tratta di un approccio che rischia di sfociare in una soluzione parziale e stagionale, che mette da parte le esigenze degli autoctoni per venire incontro quasi esclusivamente alle istanze dello sviluppo dell’economia turistica estiva. Fino a che si parlerà di “stagione turistica”, sopravviverà quel limite culturale secondo il quale il Salento ha da offrire ai turisti solo le spiagge per fare il bagno e la Notte della Taranta, il che impedirà la tanto agognata destagionalizzazione del turismo.
Ed è quello che si nota nelle parole della Capone: “Ma come fanno a mancare i treni la domenica per destinazioni turistiche come gallipoli?”. Certamente condivisibile la preoccupazione, ma forse sarebbe stato meglio se la domanda fosse stata più corta: “Ma come fanno a mancare i treni la domenica?”
Il trasporto pubblico, in quanto tale, deve essere pensato per l’intera popolazione, non solo per le esigenze turistiche (altrimenti dovrebbe chiamarsi “servizio turistico”). Deve far uscire dall’isolamento anche la più sperduta località del Salento. Il trasporto pubblico è un diritto sociale, non è solo una “pezza a colore” per permettere ai turisti di spostare verso le località più in voga.
Articolo pubblicato originariamente su Tagpress