Due giovani raggiunti da foglio di via dalla Questura, che impedisce loro di entrare per tre anni nel territorio di Melendugno, hanno perso un’occupazione. Il diritto al lavoro deve soccombere davanti alla “ragion di Stato”?
La nostra Costituzione sancisce il diritto al lavoro, elevandolo non solo a diritto fondamentale ma anche a pilastro e base di tutta la Repubblica, come mezzo di progresso materiale, sociale e spirituale, e come principio ispiratore della nascita della Repubblica.
Il lavoro è menzionato già nel primo comma dell’articolo 1, la norma che fonda la Repubblica italiana:
‘L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro’
Queste poche parole, che per qualcuno possono sembrare una vuota retorica, in realtà rappresentano un punto di svolta storico, perché affermano il concetto per il quale il progresso sociale personale può ottenersi solo attraverso il lavoro, sia esso materiale o intellettuale. Non può quindi basarsi su rendite e privilegi nobiliari. In altre parole, siamo tutti lavoratori e abbiamo tutti il dovere di lavorare, così come specificato nell’articolo 4:
‘La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.’
In particolare, con questa norma, la Costituzione assegna al legislatore, ai vari livelli di governo, alle istituzioni, il compito di creare le condizioni favorevoli per la creazione di occupazione e di favorire l’accesso al lavoro. Il diritto al lavoro viene richiamato in diversi articoli successivi, tra cui l’articolo 35:
‘La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.’
Si può bene comprendere l’importanza, quasi “sacra”, del diritto al lavoro per la nostra Costituzione. Eppure gli ostacoli sono tanti, alcuni dei quali creati da normative speciali molto discutibili o da applicazioni delle stesse che mal si conciliano con questo diritto fondamentale.
Due salentini stanno pagando con la perdita del lavoro l’esecuzione di alcuni provvedimenti di ordine pubblico, nell’ambito dell’attività repressiva della Polizia nei confronti degli attivisti No TAP accusati di reati. Si tratta di due giovani che hanno ricevuto il foglio di via obbligatorio, emanato dal Questore con il quale è stato vietato a qualsiasi titolo il loro ingresso nel territorio di Melendugno, marine comprese, salvo specifiche autorizzazioni, per 3 anni.
Si tratta di misure previste previste dal codice antimafia per soggetti pericolosi, che minaccino ‘la sicurezza o la tranquillità pubblica.’ L’utilizzo di queste misure anche per reprimere fenomeni di “disobbedienza civile”, come blocchi per impedire il transito dei mezzi di TAP, è fortemente controverso, sebbene normalmente i giudici amministrativi tendano a giudicarli legittimi.
Ma può essere impedito ad una persona di andare a lavorare? Il diritto al lavoro può soccombere di fronte ad un foglio di via obbligatorio?
Davanti a questa “ragion di Stato” a soccombere, in due episodi, è stato proprio uno dei pilastri della nostra Repubblica: il diritto al lavoro.
Due giovani nei giorni scorsi, in una terra tristemente nota per i livelli di disoccupazione, hanno perso un impiego a causa del foglio di via. Nel primo caso di tratta di 31enne di Martano, il quale aveva chiesto l’autorizzazione a lavorare presso un hotel di San Foca. In attesa di un riscontro, nel frattempo il giovane risultava già assunto e lavorava presso la struttura.
Ma dopo una visita da parte dei carabinieri, gli è stato contestato la violazione del foglio di via, che gli è costato il licenziamento e una denuncia.
Proprio ieri un ventenne di Carpignano salentino, dopo circa 2 mesi di attesa, si è visto rigettare dalla Questura la domanda per ottenere l’autorizzazione ad entrare nel territorio di Melendugno per fini lavorativi. Rifiuto motivato da ‘indeterminatezza nella sua durata giornaliera, che potrebbe apparire elusiva del provvedimento di prevenzione’.
Il Sindaco di Martano Fabio Tarantino, alla notizia di quanto accaduto al suo concittadino, ha espresso su facebook il suo pensiero:
Cari concittadini,
siamo veramente all’assurdo!
Mentre alla multinazionale TAP è consentito di fare qualsiasi cosa, al nostro concittadino Giacomo Montefusco non è consentito di lavorare.Le sue idee e il suo attivismo pacifico contro la realizzazione del Gasdotto costano care.
Nella fattispecie, il nostro concittadino era stato assunto e lavorava presso un hotel di lusso nelle marine di Melendugno. Per poter esercitare questo diritto aveva chiesto la sospensione del divieto di accesso nei luoghi sopracitati, misura ancora al vaglio delle autorità giudiziare.Nel frattempo, come riportato dalle cronache, a seguito di una visita delle forze dell’ordine presso la struttura nella quale prestava servizio è stato licenziato. Siamo rammaricati da questo episodio, troviamo assurdo che in un Paese come il nostro, gravato dalla piaga della disoccupazione giovanile, ad un ragazzo di 31 anni venga impedito di lavorare da un provvedimento che perseguita le sue idee politiche.
Siamo pronti a difendere in tutte le sedi il diritto al lavoro, importante strumento di sopravvivenza per i ragazzi della nostra terra.
Al post di Tarantino ha risposto il Sindaco di Melendugno Marco Potì:
Caro Fabio, ho chiesto personalmente, in occasione dell’incontro del 2/8 us, al presidente del consiglio Giuseppe Conte, di RIVEDERE tutte queste assurde ed esagerate iniziative verso i manifestanti No TAP del Salento e di cercare di ANNULLARE le pesanti sanzioni e provvedimenti emessi dal prefetto di Lecce nei loro confronti.
Non si può essere così severi nell’impedire diritti costituzionali così importanti: diritto a manifestare pacificamente le proprie opinioni e diritto al lavoro.
Su questo, se necessario, chiedo a te ed a tutti i colleghi Sindaci, di prendere posizione ed iniziativa e scrivere alle istituzioni preposte, al fine di far superare presto queste incomprensibili situazioni.
Per Giacomo e per tutti gli altri.W la Repubblica
W la Democrazia
W la Costituzione
#notap