La Regione Emilia-Romagna dice no all’aumento di pressione della centrale di Minerbio, la palla passa al Governo. Possibili conseguenze sul gasdotto TAP in caso di esito negativo. Ma per Salvini il gasdotto è ‘fondamentale’ per lo sviluppo del sud.
Le sorti del gasdotto TAP sono nelle mani del “Governo del cambiamento”, un esecutivo “bicefalo”, dove a prevalere è il più delle volte la volontà della Lega (nord).
Certo gli ostacoli per la multinazionale Svizzera non sono solo di ordine politico, ma anche sociale, economico, giuridico e tecnico. Tuttavia questo Governo si trova nelle condizioni di poter chiudere la partita, soprattutto dopo che la Regione Emilia-Romagna ha negato l’autorizzazione all’aumento di pressione della centrale di Minerbio, infrastruttura strettamente funzionale al gasdotto TAP.
Infatti, il gas che passa attraverso questo gasdotto non sarà destinato all’Italia, ma all’Europa. Una volta approdato a Melendugno, il gas trasportato da TAP dovrà proseguire verso Brindisi attraverso l’Interconnessione TAP-SNAM.
Questo gas va poi stoccato a Minerbio (Emilia-Romagna), trasportato attraverso il gasdotto SNAM Rete Adriatica, che in parte è già costruito, mentre alcuni segmenti sono tutt’ora oggetto di controversie, legate soprattutto al passaggio per le zone ad alto rischio sismico del centro Italia. E’ da questa centrale il gas verrebbe portato in Europa.
Occorre quindi adeguare la centrale di stoccaggio di Minerbio, altrimenti il gas di TAP potrebbe non essere ricevibile. Ma la Regione Emilia-Romagna ha detto no.
In sintesi, la società concessionaria della centrale di Minerbio, la Stogit (di cui è socia SNAM) aveva chiesto di poter aumentare la pressione del 107% (in pratica più che raddoppiare quella attualmente a regime), arrivando ad una capacità totale di 420 milioni di metri cubi di gas. Il Ministero dell’Ambiente aveva dato il sì nel 2017, in attesa dei pareri della Regione Emilia-Romagna e del Ministero dello Sviluppo economico.
Ora la Regione ha dato parere contrario, adottando il principio di precauzione, richiedendo un supplemento di istruttoria al Ministero dell’Ambiente
Ora la palla passa al Governo, il quale ha il potere – in virtù della normativa attuale in materia – di superare il parere contrario della Regione e autorizzare le operazioni.
Saranno quindi i Ministeri che fanno capo rispettivamente a Sergio Costa e Lugi Di Maio a doversi occupare della delicata vicenda, che in caso di esito negativo potrebbe avere importanti conseguenze sulle sorti del gasdotto TAP.
Il Governo del “Ni” a TAP, ma la Lega spinge per il Sì
Nei mesi scorsi il Ministro dell’Ambiente si era impegnato a rivedere tutto il progetto e l’iter autorizzativo del TAP, alla ricerca di criticità ed eventuali falle. Anche il premier Conte aveva promesso al Sindaco di Melendugno a Marco Potì, all’esito di un incontro tenutosi a Palazzo Chigi il 1 agosto, un riesame del progetto, del quale a breve (forse settembre) si sarebbe dovuto sapere l’esito. Le principali questioni che dovrebbe riesaminare il Governo sono legate alla centrale PRT troppo vicina ai centri abitati, all’impatto sulle fanerogame marine protette e in generale sull’ambiente.
Se la componente a 5 Stelle del Governo è in linea di principio contraria a TAP, salvo poi essere completamente sterile sulla vicenda, la Lega Nord invece è decisamente favorevole al progetto. Sono lontani i tempi in cui Salvini diceva ‘No al TAP e agli abbattimenti degli ulivi’, quando sosteneva che bisogna ascoltare le popolazioni.
E invece vicepremier leghista ha ribadito ancora una volta la sua nuova posizione ad una conferenza stampa a Venezia, in occasione della quale ha dichiarato che ‘La costruzione del gasdotto TAP è fondamentale per lo sviluppo dell’economia del Mezzogiorno.’ Dichiarazione che segue di qualche settimana la promessa di una riduzione della bolletta del gas del 10%.
Del rapporto costi-benefici del gasdotto ci siamo già occupati, con un articolo in cui si spiegava quanto fosse improbabile che gli italiani con TAP si troverebbero a pagare meno, mentre più verosimilmente avrebbero maggiori costi in bolletta. Il punto è che la Lega non sembra essere disinteressata al progetto, dal momento che diversi esponenti del partito nordista sono ai vertici dell’associazione “Associazione Interparlamentare Amici dell’Azerbaijan”, dichiaratamente favorevole al TAP.