L’11 settembre 1973 avvenne il Golpe cileno, che portò al potere Augusto Pinochet. Il colpo di Stato fu voluto e favorito dagli Stati Uniti, per deporre il presidente eletto Salvador Allende. Quel sangue versato dal popolo cileno merita di essere ricordato…
Molti di noi ricordano le immagini dell’11 settembre 2001 come se fosse ieri, un fatto tanto drammatico quanto inquietante, sia per il numero delle vittime, sia per le modalità in cui è accaduto, ma anche perché segna l’inizio di una nuova era dal punto di vista culturale, sociale, economico e geopolitico, caratterizzato da instabilità, paura, nuove, lunghe e sanguinose guerre, con il mondo che ridisegna i confini, rivede le alleanze e cerca di trovare un nuovo “ordine”. Qui non parleremo degli attentati alle torri gemelle. I media ce lo ricordano periodicamente, riproponendo quelle terribili immagini. Se ne parla molto, ma la verità, per quanto possa sembrare ormai certa, in realtà non è così chiara, sia nella ricostruzione dei fatti, sia per quanto riguarda le responsabilità.
Un fatto dimenticato o poco conosciuto è quello del Golpe cileno, avvenuto l’11 settembre del 1973, con l’ascesa al potere del dittatore Augusto Pinochet, che prese il posto del presidente democraticamente eletto Salvador Allende. Questi fatti meritano di essere ricordati, sia per rendere giustizia alle vittime, sia perché dietro a quel Golpe c’è stato il contributo decisivo degli Stati Uniti d’America.
Esiste una ragione per la quale il mondo si debba fermare per commemorare alcuni fatti, mentre altri – anche più gravi – debbano passare sotto silenzio?
Salvador Allende, nel 1970, aveva vinto le elezioni cilene, ma era un socialista e questo non piaceva agli Stati Uniti, da sempre disposti a fermare, anche militarmente, le ascese elettorali dei partiti di estrazione socialista o comunista di tutto il mondo. Ma ogni Stato è sovrano ed è libero di autodeterminarsi, solo che questo principio di diritto internazionale non sempre è stato osservato dagli Stati Uniti, che in più occasioni si sono arrogati il potere di considerare i cittadini di altri paesi come incapaci di decidere autonomamente.
Emblematiche furono all’epoca le parole pronunciate dall’allora Segretario di Stato americano, Henry Kissinger:
‘Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli.’
Gli USA furono decisivi nella realizzazione del Golpe cileno e si resero indirettamente responsabili di crimini contro l’umanità. Aiutarono finanziariamente e militarmente dei sadici e cruenti gruppi di estrema destra ed altre forze destabilizzanti e misero in atto una campagna di boicottaggio dell’economia cilena, in modo da portare il paese al collasso.
Spianarono la strada e appoggiarono uno dei peggiori autori di crimini contro l’umanità della storia, il generale Augusto Pinochet, che difeso e protetto fino alla sua morte dall’Occidente in generale, anche attraverso il supporto sul luogo da parte dell’Intelligence americana (la CIA) e con sostegno mediatico in suo favore.
Durante il Golpe cileno Furono praticate orrende torture, stupri, omicidi, incarcerazioni, esiliazioni. Le vittime si contano in decine di migliaia. Il mondo occidentale, chiuse gli occhi di fronte a tutto questo e gioì della riuscita del colpo di stato. E tuttora fa fatica ad aprirli: in fondo noi siamo tutti “americani”, ma il Cile non è “America”.
Salvado Allende morì durante il golpe, forse ucciso, forse suicida per evitare di essere catturato e torturato. Una bellissima canzone scritta scritta da Gisberto Cortesi e cantata dal gruppo dei Nomadi, intitolata “Salvador (15 anni dopo)”, commemora questo drammatico evento.
I fatti dell’11 settembre 2001 non possono sparire dalla nostra memoria e si dovrà continuare a cercare la verità. Ma ciò che rischia di essere cancellato dalla memoria collettiva è il Golpe cileno, l’altro 11 settembre, quello del 1973, in cui gli Stati Uniti non erano dalla parte delle vittime, ma da quella del carnefice. L’11 settembre 2001 gli USA hanno subito il primo attacco dopo Pearl Harbor (nel 1941). Ma, da allora ad oggi, gli amici d’Oltreoceano sono stati coinvolti in guerre, in tutto il mondo, sempre nel ruolo di aggressori, sia pur dietro il pretesto di difendere i popoli dal comunismo, dal dittatore di turno, dal terrorismo…