Dopo la querela della famiglia di Vittorio Potì contro Barbara Lezzi, arriva quella di Gianluca Maggiore, del Movimento No TAP, contro alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle, per insulti e affermazioni diffamatorie ai suoi danni.
Lo scontro No TAP – M5S si sposterà nelle aule del palazzo di giustizia di Lecce. E’ stata depositata questa mattina la seconda querela presso la Procura della Repubblica di Lecce nell’ambito degli scontri tra i No TAP e il Movimento 5 Stelle in relazione alla resa del partito di Grillo nella battaglia contro il gasdotto TAP.
Il querelante odierno, assistito dai legali del Movimento No TAP, è Gianluca Maggiore, portavoce dell’organizzazione, il quale aveva subito pesanti insulti, attacchi diffamatori e ingiurie nei giorni scorsi su facebook da parte di alcuni militanti del Movimento 5 Stelle, sia su profili privati, che su pagine non ufficiali gestite da “tifosi” del partito di Di Maio. Oltre a lui erano stati presi di mira anche Alfredo Fasiello, del Comitato No TAP Salento, e Marco Potì, il Sindaco di Melendugno.
Sono quattro le persone querelate. Gianluca Maggiore, nei post contestati, era stato definito come un ciarlatano pagato dal PD e ricoperto da diversi insulti, fino ad una sorta di augurio di morte: ‘becchino RIP’.
‘A seguito di un video della Senatrice Barbara Lezzi, alcuni tifosi del partito politico del Ministro del sud – spiega Maggiore – si sono sentiti autorizzati a diffamare sui social uno dei portavoce del Movimento NO TAP, con post anche molto pesanti.’ Alla querela seguirà una richiesta di risarcimento danni, le cui somme, in caso di accoglimento, verranno destinate al fondo per sostenere la lotta contro TAP.
‘Non ho bisogno dei loro soldi, donerò tutto alla cassa di resistenza del Movimento NO TAP. I cinque stelle – aggiunge Gianluca Maggiore – non vogliono più difendere la popolazione dal TAP, come avevano promesso e noi useremo i loro soldi per difenderla’.
Negli scorsi giorni la famiglia di Vittorio Potì, Sindaco di Melendugno fino al suo decesso, avvenuto ad ottobre 2011, ha querelato il Ministro Barbara Lezzi, per diffamazione, legate a delle affermazioni fatte in un video su facebook, successivamente confermate in un’intervista televisiva.
Secondo la Lezzi, sarebbe stato Vittorio Potì a insistere per portare il gasdotto TAP a San Foca, perché avrebbe avuto degli interessi ‘che noi non conosciamo’.
Come spiegato in un precedente articolo, Vittorio Potì aveva chiesto di conoscere il progetto TAP, ma non ebbe modo di vederlo, in quanto morì che venisse presentato. Il primo progetto TAP fu comunque bocciato e ripresentato nel 2013, quando Sindaco di Melendugno era Marco Potì, nipote di Vittorio, il quale si è sempre opposto a quest’opera.