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Anche a causa della riforma Delrio, la Provincia non può più garantire finanziariamente il funzionamento dei CPI. Le politiche del lavoro sono a rischio. Silvio Astore, Direttore dei centri di Poggiardo e Maglie: “La Regione si assuma presto la gestione”
I centri per l’impiego sull’orlo del collasso. E’ questa una delle tante conseguenze dei provvedimenti della tanto discussa Legge Delrio che ha depotenziato notevolmente il ruolo delle province, suddividendo le sue funzioni in fondamentali e non fondamentali; tra le seconde compare il settore delle politiche del lavoro, che comprendono, appunto, proprio i centri per l’impiego.
A lanciare l’allarme sono Pantaleo Isceri, Dirigente del Servizio Risorse Finanziare della Provincia di Lecce, e Silvio Astore, Segretario della RSU della Provincia di Lecce e Direttore dei Centri per l’Impiego di Poggiardo e Maglie. Il primo ha indirizzato una lettera al presidente Antonio Gabellone e al direttore generale Carmelo Calamaia, nella quale sottolinea l’emergenza dell’ente di Palazzo dei Celestini nel fornire l’adeguato sostegno economico ai centri per l’impiego provinciali; si tratta di spese non dovute dalla Provincia di Lecce, perché, come stabilito nella Conferenza Unificata tra Stato e Regione Puglia lo scorso 30 luglio 2015, “il rimborso alle Province dei costi del personale impegnato nei CPI dovesse essere coperto per 2/3 dallo Stato e per 1/3 dalla Regione Puglia. Relativamente ai costi di gestione la delibera di giunta regionale n. 331 del 31.03.2016 e la convenzione tra Ministero del Lavoro e Regione Puglia stipulata in data 11.05.2016 stabilisce che: il Ministero del Lavoro si impegna a partecipare agli oneri di funzionamento, ivi compresi quelli relativi al personale dei servizi per l’impiego della Regione per gli anni 2015 e 2016, nei limiti di € 11.616.271 per il 2015“.
Al momento, però, il rimborso finora ricevuto è quello del Ministero del Lavoro sui costi del personale, che ammonta a 3.074.154,15 euro a fronte di un costo pari 4.692.112,73 euro; ciò che significa che la Provincia ha speso di tasca propria 1.617.958,58 euro, a cui devono aggiungersi altri 214mila euro di costi di gestione. L’ente provinciale ha così speso quasi 2milioni di euro per delle funzioni non più a esso attribuibili, come previsto dalla Legge Delrio. A causa dei mancati rimborsi di queste spese, la Provincia di Lecce ha chiuso il Rendiconto del 2015 con un disavanzo di 8milioni di euro e quello del 2016 si avvia a peggiorare fino a circa 15milioni. L’ente, in parole povere, non ha più il denaro per garantire il corretto funzionamento dei Centri per l’Impiego e così Isceri dichiara che da questo mese la Provincia sospenderà la fornitura di carta, cancelleria, materiale igienico sanitario e di pulizia, non garantirà il servizio di noleggio dei fotocopiatori, la fornitura dei toner, il servizio postale e sospenderà l’erogazione dei buoni pasto.
Il contenuto della lettera di Isceri ha attivato Silvio Astore che ha chiesto e ottenuto per lo scorso 3 ottobre un incontro con lo stesso dirigente, Antonio Gabellone, Carmelo Calamaia e i responsabili degli 8 Centri per l’Impiego della Provincia, più le due sedi distaccate di Maglie e Lecce, rispettivamente a Poggiardo e Martano. Dalle discussioni sarebbero emerse altre criticità, come spiega lo stesso Astore:
I responsabili della Provincia hanno confermato l’insufficienze di risorse economiche per far fronte alle necessità dei Centri per l’Impiego, anche a causa del taglio dei trasferimenti del Governo. Hanno poi espresso anche il timore, nel caso l’ente dovesse continuare a sostenere queste spese, di procurare un danno erariale che possa far intervenire la Corte dei Conti. La riunione si è conclusa con la concessione da parte della Provincia di un altro mese di sostegno economico, ma da novembre cesserà di farlo. Secondo quanto, poi, affermato da Gabellone, non possiamo più contare sull’appoggio dell’UPI (Unione delle Province d’Italia ndr), come da volontà del suo presidente, proprio perché il lavoro non è più una funziona fondamentale delle province.
Una situazione già grave di per sé e che secondo Astore si contraddistingue per un paradosso:
E’ vero che le Politiche del Lavoro non rappresentano più una funziona fondamentale delle province, ma è insensato che l’ente di Palazzo dei Celestini continui a inviarci gli elenchi da profilare comprendenti migliaia di disoccupati e lavoratori in mobilità, se poi non possono fornirci i mezzi per lavorare, anche quelli semplici come carta, toner, cancelleria. Non possiamo più aspettare molto, occorre trovare presto un rimedio a questa situazione.
E una situazione, quanto meno tampone, dovrebbe essere rappresentata dalla Regione; i tempi, però, devono essere veloci:
L’assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Sebastiano Leo, ci ha assicurato su immediati provvedimenti a favore proprio dei CPI, considerando che la nostra situazione a analoga a quella della altre province italiane. Ad ogni modo, noi aspettiamo che la Regione ci prenda in carico al posto della Provincia, per poi passare sotto la gestione di nuova agenzia di probabile prossima istituzione. Bisogna però fare in fretta. Sollecito quindi le istituzioni a non perdere tempo e a rispettare appuntamenti e convenzioni, a prescindere da tutto. E’ assurdo vedere il Ministero del Lavoro che apre tavoli di concertazione con il privati e non si occupa dei dipendenti pubblici, considerando che anche l’Unione Europea si è accorta della nostra precaria situazione.
Salvare i CPI rappresenta quindi una priorità per Silvio Astore, preoccupato di quelle che potrebbero essere le conseguenze di un mancata risoluzione della vicenda:
I Centri per l’Impiego rappresentano l’unica istituzione pubblica che si occupa del lavoro, e tutti sappiamo quale sia l’importanza di questo settore, soprattutto in questo periodo storico e ancora di più nel nostro territorio. Negli ultimi anni i CPI hanno svolto un ruolo centrale nelle politiche del lavoro, come Garanzia Giovani o Welfare to Work, che hanno dato nuove e importanti opportunità rispettivamente a giovani e a lavoratori in difficoltà. Senza risorse non saremmo più in grado di garantire il funzionamento dei nostri uffici e il pagamento degli stipendi dei nostri dipendenti. Se ci blocchiamo, a pagare le peggiori e ingiuste conseguenze saranno migliaia di persone in difficoltà, che hanno la necessità, e il diritto, di trovare un’occupazione che dia sicurezze alle loro famiglie e permetta anche di far girare la precaria economia odierna.
I concetti di Astore sono quelli condivisi anche dal consigliere regionale Sergio Blasi che, in merito, non ha avuto parole al miele per la Regione Puglia:
Aspetto una immediata presa di responsabilità della Regione sui costi di funzionamento dei CPI che, per legge, dovrebbero essere già passate sotto la competenza regionale. Trattarli come palle al piede non è una risposta ai problemi dei disoccupati pugliesi.
Articolo pubblicato in origine su Tagpress