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11 torri da 100 metri costituiranno il parco eolico nel cuore del paesaggio rurale del Salento, a pochi chilometri dall’area protetta delle Cesine. Pasticcio della Regione. Presentato un esposto. Ambientalisti e comitati non ci stanno.
L’ulivo del Salento non è tanto dal batterio che deve guardarsi, quanto dall’uomo. Le principali minacce arrivano dall’attività antropica più che dai patogeni. E ad essere sotto minaccia è l’intero paesaggio salentino.
Sono stati avviati i cantieri per la realizzazione di un mega parco eolico, con 11 torri eoliche da circa 100 metri d’altezza, con pale lunghe quanto un TIR, da collocare in un’area compresa tra i territori di Castrì e Vernole, caratterizzata dalla presenza di uliveti, muretti a secco, pajare, strade rurali, vegetazione mediterranea, a pochi chilometri dall’area protetta delle Cesine e non distante dal percorso del gasdotto TAP.
Far posto a questo mega impianto implica l’espianto e reimpianto di centinaia di alberi di ulivo ed il sacrificio di ulteriore vegetazione, la rimozione di muretti a secco e un’importante alterazione del paesaggio rurale.
L’impianto avrà la potenza di 22 megawatt e svilupperà una tensione di 30 mila volt. L’elettricità verrà veicolata passando per le stradine di campagna, ad una profondità di 1,2 metri.
Si tratta di un progetto presentato da Tarifa Energia SRL, una società della provincia di Ravenna, circa dieci anni fa. La Regione Puglia ha rilasciato l’autorizzazione unica nel 2010, ma ha esonerato il progetto alla Valutazione di Impatto Ambientale. Il fatto che l’energia eolica sia energia pulita e rinnovabile, non significa che non abbia un impatto sull’ambiente e sul paesaggio. Pertanto si ha difficoltà a comprendere le ragioni di questa scelta da parte della Regione.
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Ed è la stessa Regione ad accorgersi, successivamente, del pasticcio, revocando le autorizzazioni e tentanto di sottoporre il progetto a VIA. Dopo averlo autorizzato. Ma la società non ha accettato questo ripensamento ed ha proposto un ricorso al TAR. I giudici hanno sottolineato il comportamento contraddittorio degli organi regionali e hanno dato ragione a Tarifa Energia, con sentenza emessa a marzo del 2015. La decisione è stata poi confermata in appello il 14 febbraio 2016 dal Consiglio di Stato, il quale ha anche evidenziato la singolarità dell’operato della Regione.
Anche Italia Nostra ha provato a fermare il progetto, proponendo un proprio ricorso, che si sarebbe rivelato sbagliato. E i giudici del TAR, oltre a rigettare il ricorso, hanno inferto una pesante condanna alle spese per “temerarietà della lite”.
I lavori sarebbero partiti il 23 dicembre 2015, quando sarebbe stata notata la circolazione di mezzi pesanti, interventi sui muretti a secco, interruzione di strade rurali, scavi sulle stesse. Nelle ultime settimane c’è stata un’accelerata ed è stata già issata una torre. Sono state aperte delle strade di cantiere, operati degli sbancamenti di terreno, rimossi dei muretti a secco ed espiantati circa 300 alberi di ulivo, che sarebbero stati ripiantati in altro sito. Ma i lavori sono solo all’inizio e una delle paure degli ambientalisti e dei comitati a difesa del territorio è che gli alberi coinvolti siano più di mille.
Come si può notare dalla documentazione fotografica, ogni generatore richiede l’asservimento di un’area di terreno piuttosto ampia.
L’impatto visivo e la ferita per il territorio è notevole. La torre, l’unica issata in questo momento, si vede a chilometri di distanza e sovrasta il paesaggio tipico rurale del Salento. Per i cittadini e gli attivisti non resta che sperare nella magistratura penale.
L’esposto alla Procura di Lecce… continua a leggere…