‘Preserviamo il diritto di difendere il nostro territorio’. Domenica 31 marzo a Lecce, dalle ore 15, sit-in informativo del Popolo degli ulivi, con liberi interventi. Si affronterà la tematica a 360 gradi, dal punto di vista agronomico, ambientale, sanitario, politico, culturale, paesaggistico, economico e giuridico.
Domenica 31 marzo si scende di nuovo in piazza a Lecce per tenere alta l’attenzione sulla questione agricola, ambientale, economica, paesaggistica e culturale che incombe nel Salento, in un sit-in organizzato dal popolo degli ulivi, un movimento eterogeneo che raccoglie l’adesione di decine di associazioni e organizzazioni senza scopo di lucro e centinaia di cittadini.
Il disseccamento degli ulivi si sta diffondendo, centinaia di migliaia, se non milioni, di alberi sono abbandonati a loro stessi, e le soluzioni su cui la politica a livello regionale e nazionale sta puntando non prendono in considerazione l’ipotesi di curare gli alberi malati, nonostante i numerosi progetti presentati in Regione e nonostante la validazione scientifica ottenuta dalla “Cura Scortichini“.
L’unica strada che si intende percorrere è quella di facilitare gli abbattimenti degli ulivi presunti malati, anche sulla base di una diagnosi visiva semplificata, senza esami di laboratorio, per fare spazio ad altre cultivar tra quelle considerate resistenti.
Si può ben comprendere che il paesaggio e l’identità del territorio ne uscirebbero completamente trasformate, le tradizionali cultivar di eccellenza gastronomica, come cellina e ogliarola, rischierebbero di scomparire, mentre degli ulivi monumentali rimarrebbe solo qualche esemplare “rappresentativo” ad uso agrituristico (come già proponeva circa 10 anni fa qualche ricercatore del CNR di Bari).
A Lecce domenica 31 marzo verrà ribadito il “No” a questo disegno, alla preannunciata strage di ulivi, per sostenere invece un cambio di rotta e una visione più ampia della problematica.
‘Muoviamoci a difesa della nostra terra e della nostra identità. Invitiamo tutti a Lecce, in Piazza Sant’Oronzo – esortano gli organizzatori – per discutere della grave emergenza sociale e ambientale testimoniata dalla completa assenza di un dibattito politico che salvaguardi i beni comuni (aria, acqua e suolo) e dal grave stato di salute dell’olivo salentino.’
‘Non è solo il disseccamento degli ulivi salentini e pugliesi – afferma Ivano Gioffreda, dell’associazione Spazi Popolari – che sta minando economia, ambiente, paesaggio, cultura ed identità di un’intera regione, a questo si aggiungono le scelte scellerate di chi vuole speculare invece di fare il possibile per salvare i nostri preziosi patriarchi verdi. Contadini ed olivicoltori allo stremo, non riescono a far fronte ad impegni economici e provvedere alla loro stessa sopravvivenza e delle loro famiglie. Il comparto floro-vivaistico è messo in ginocchio dalla vigenza di norme che limitano il commercio e la movimentazione di molte specie vegetali.’
La grave situazione in cui versa l’olivicoltura chiama a delle scelte importanti, con cui si decide il futuro di questa terra, e non riguarda solo l’agricoltura, ma coinvolge altri settori come la salute, l’ambiente, il paesaggio, l’economia turistica. La questione del disseccamento degli ulivi rientra inevitabilmente in una questione più ampia.
‘Il paesaggio e la salute del territorio, sono gravemente a rischio: se da un lato dobbiamo ripristinare il polmone verde della regione, dall’altro non si può piantumare nulla al di fuori di due sole cultivar! Contano di far sparire 10 MILIONI DI ALBERI, anche sani e vengono proposte persino centrali a biomasse per bruciarli tutti!, aggiunge Gioffreda’.
A preoccupare è soprattutto il Decreto Centinaio, che prevedere ‘l’irrorazione con pesticidi neurotossici e potenzialmente cancerogeni, infierendo anche sulle aziende biologiche ricadenti nelle aree delimitate le quali non potranno commercializzare i loro prodotti con il marchio biologico! Per non parlare delle multe (rivolte a chiunque possieda un uliveto) che arrivano fino a 30 mila euro! Cosa fare allora per aiutare NOI STESSI E LA NOSTRA TERRA?’
Il Popolo degli ulivi ha serie di richieste che intende rivolgere alla politica.
‘Riteniamo fondamentale pretendere:
- lo sblocco della “black list”- È impensabile imporre ad una regione il blocco alla commercializzazione e all’impianto di circa 300 tipi di vegetali;
- la fine dello stato di emergenza e relativa quarantena;
- la facoltà di applicare dei protocolli di cura naturali: ABBIAMO IL DIRITTO E IL DOVERE DI PROVARE A CURARLE, Trattandosi di un patrimonio unico al mondo;
- il sostegno economico per chi cura gli ulivi: sappiamo bene che prendersi cura della terra comporta molti sacrifici, per questo crediamo che il primo passo sensato sia sostenere i piccoli agricoltori. Pretendiamo che la politica e le istituzioni ridiano dignità a chi coltiva la terra, riconoscendo l’alto valore dei servizi ecosistemici dell’olivicoltura tradizionale a beneficio di tutto il territorio. Occorre dare fiato ad un’economia rispettosa della speranza di vita per questa terra!
- riconoscimento, ai fini previdenziali e assistenziali, per i braccianti agricoli iscritti negli elenchi anagrafici dei comuni colpiti da calamità eccezionali (CODIRO) disseccamento rapido dell’ulivo di un numero di giornate lavorative aggiuntive a quelle prestate, necessarie per raggiungere il numero di giornate effettivamente svolte negli anni precedenti il 2016, presso gli stessi datori di lavoro.
Durante la manifestazione è previsto un dibattito libero dal punto di vista giuridico, politico, economico, scientifico, ambientale, culturale e sanitario. Il sit-in informativo avrà lugo domenica 31 marzo 2019 dalle ore 15.00 in Piazza Sant’Oronzo a Lecce.