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Negro (Confindustria Lecce): “Non possiamo rimanere schiacciati dai pregiudizi”. Ma potrebbero essere le inottemperanze a fermare TAP.
Sono più di cento le aziende del territorio salentino e pugliese, secondo gli organizzatori, che hanno partecipato oggi all’incontro organizzato da TAP, Confindustria e Ance Lecce con Saipem, la partecipata di Eni, che con TAP spera di uscire dalla non proprio rosea situazione finanziaria.
E’ una grande impresa italiana di ingegneria e costruzioni specializzata in attività offshore che di recente ha ottenuto da TAP l’appalto per la realizzazione della tratta sottomarina del gasdotto e degli approdi di Fier in Albania e di San Foca in Salento.
Il banchetto, che si è tenuto, come di solito, nella sala convegni dell’Hilton Double Golf Resort di Acaya, si è aperto con l’intervento di Giancarlo Negro, presidente di Confindustria Lecce, il quale ha detto che “dobbiamo avere il coraggio di far emergere i nostri pensieri, non possiamo rimanere schiacciati dai pregiudizi. Oggi si apre un percorso: tutte le iniziative fatte nel rispetto delle regole hanno il diritto di andare avanti. Questa è un’opportunità per il Paese, per il nostro territorio e per le nostre imprese: sfruttiamola al massimo”.
Negro, oltre ad attribuire gli ostacoli al progetto a dei meri pregiudizi, insiste sul rispetto delle regole. Ma proprio sul rispetto delle regole si gioca il conflitto istituzionale e col territorio.
Giampiero Rizzo, presidente dell’Ance di Lecce, ha chiesto che “il territorio si mobiliti per assicurare che questa importante opera sia realizzata e per vigilare che sia realizzata nel pieno rispetto dell’ambiente”.
Alla presentazione di Saipem, della parte di progetto ad essa affidata e delle procedure di selezione dei subfornitori (illustrate da Massimo Pulici, project manager Saipem per Tap, e da Michele Biancolino, responsabile procurement Saipem sul progetto) sono seguite due intense sessioni di incontri B2B nelle quali le parti hanno direttamente verificato la possibilità di collaborazioni legate tanto alla costruzione vera e propria quanto a tutti i servizi necessari alla realizzazione del progetto. I rappresentanti di Saipem sono rimasti soddisfatti della qualità e dell’esperienza delle aziende locali che si sono presentate all’incontro.
Presente all’incontro anche Renco, l’azienda che si è aggiudicata i lavori per la costruzione del Terminale di ricezione del gasdotto. Il project manager Massimo Lanci ha riferito che da allora “è andata avanti una intensa stagione di prequalificazioni e che per i soli lavori preliminari di ingegneria un contratto è già stato firmato e 13 aziende del territorio sono state invitate a sottoporre offerte per gare che saranno assegnate nelle prossime settimane”.
Come di consueto, si è concluso con le congratulazioni e le soddisfazioni espresse dal Country Manager di TAP, Michele Elia, che ha dichiarato:
Con l’avvio dei lavori per la realizzazione del tratto italiano di TAP, diventa sempre più evidente l’importanza del contributo che TAP darà all’economia del Salento e della Puglia. Alle aziende presenti ho raccomandato la massima attenzione alla sicurezza, trasparenza e determinazione nel perseguire i propri obiettivi e orgoglio nel partecipare ad un grande progetto internazionale. Mi sento di poter dire che, anche grazie alla qualità che le aziende pugliesi possono offrire, che ha già favorevolmente impressionato i nostri general contractors, la stragrande maggioranza dei contratti di subfornitura saranno assegnati ad imprese del territorio.
Elia fa leva sull’economia locale, che – secondo le sue affermazioni – avrebbe tutto da guadagnarci dalla costruzione di quest’opera. Ma San Foca e il territorio circostante hanno un’economia avviata e fiorente nel campo turistico, ittico, agricolo, a cui probabilmente non gioverebbe molto il gasdotto. Inoltre, fino ad ora, le aziende che hanno ricevuto appalti da TAP non erano salentine.
Mancano 3 giorni alla data in cui TAP ha annunciato di far partire i lavori, malgrado l’ostentazione di tanta sicurezza, la situazione non è proprio così rosea. Infatti alla comunicazione di inizio lavori non credono né il Comune di Melendugno, né la Regione Puglia, né l’Autorità di Bacino, che hanno chiesto chiarimenti a TAP.
La Regione ha già diffidato la società. Se i lavori dovessero partire il 13, partirebbe un esposto alla Procura. Infatti la società non ha ancora ottemperato a tutte le prescrizioni necessaria per rispettare il cronoprogramma assegnatole dalla Commissione Tecnica di VIA (Ministero dell’Ambiente). Di fatto i lavori veri e propri non potranno cominciare prima della fine dell’anno. Quello che sarà fatto il 13 maggio saranno solo delle operazioni che avrebbero dovuto essere effettuate prima dell’inizio lavori e che serviranno solo per tentare di non far decadere l’autorizzazione unica, le esenzioni e l’inclusione tra i progetti europei di interesse comune (PIC). Oltrepassare il termine del 16 maggio comporterebbe la decadenza.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress.it